Carducci: ritrovato carteggio con il letterato Achille Neri

giosuè carducci

E’ tornato alla luce un carteggio inedito di Giosuè Carducci (1835-1907) con il letterato Achille Neri (Sarzana 1842 – Genova 1925), bibliotecario dell’università di Genova, noto per i suoi studi sulla storia locale della Lunigiana, in cui il grande poeta si occupava di storia.

Le missive – conservate nel Fondo Neri dell’Archivio di Stato di Genova – coprono un arco temporale che va dal giugno 1887 al marzo 1890, durante il quale Carducci si occupò con costanza della ricerca di documentazione riguardante il poeta Giovanni Fantoni (Labindo). La corrispondenza è pubblicata dal ricercatore Amedeo Benedetti sul nuovo fascicolo del periodico “Lettere Italiane” (Olschki editore).

Dal carteggio emerge che Carducci teneva sempre pronti dei versi poetici da regalare, per mettere a disposizione di iniziative benefiche, come questi: “Non sotto ferrea penna che stride solcando maligna/ dietro un pensier di noia l’aride carte bianche,/ ma sotto il giovine sole, nel palpito mosso dai venti/ già per i campi in fiore, lungo un bel correr d’acque,/ nasce il sospir de’ cuori che perdesi ne l’infinito,/ nasce pensoso fior de la melodia”.

Un motivo d’interesse del carteggio inedito, sottolinea nel saggio Amedeo Benedetti, sta proprio nella richiesta di Achille Neri, esaudita dal Carducci, di uno scritto da pubblicare in una strenna per i fanciulli rachitici di un asilo di Genova.

I versi inviati dal poeta – in cui gli studiosi hanno riconosciuto la prima strofa di “Cerilo” – mostrano come Carducci inizialmente li tenesse da tempo pronti, a disposizione per iniziative di solidarietà .

Giunta in ritardo per la strenna di fine anno che interessava Neri, nel 1889 l’ode intera comparve in un numero straordinario del “Corriere di Napoli”, edito in occasione di un gran ballo al teatro San Carlo, a beneficio della Croce Rossa. L’ode venne poi riprodotta sul “Resto del Carlino” del 28 aprile 1889, con alcune varianti rispetto al testo proposto a Neri. La piccola ode “Cerilo” venne infine compresa dal poeta nella raccolta delle terze “Odi barbare” del 1889.

 

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